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giovedì 27 agosto 2009

ARCANI MAGGIORI







12 APPESO
fede

Dodici petali si aprono dal centro della croce dell’uomo che è di colore blu, sostenuta quindi da energia spirituale, di ricerca interiore. Sei di questi petali sono rivolti verso l’alto, sei verso il basso, come sospesi fra l’uno e l’altro stato, fra il terreno e lo spirituale, senza apparente via di incontro. Il loro colore è però verde ad evidenziare che questo stato di apparente separazione è di fatto naturale, non causato da disarmonia, scontro o altro bensì dal naturale svolgersi delle fasi dell’esistenza. Il segreto di questo momento si rivela infatti nella linea di mezzo, in quel vuoto sospeso fra il sopra e il sotto dove la mente indirizza il suo pensiero, riavvolgendone la spirale verso il centro interiore evidenziato anche dalla mandorla viola.
Una fiammella è accesa in basso, alla base della serpentina dei chakra e si sviluppa in piccoli raggi multicolore su in alto nella corona: la fiamma della vita è accesa e giace laggiù nel piano terreno, quasi esule in attesa che ogni cosa si compia, sicura che ciò che accade fa parte del disegno della vita che opera sempre ed esclusivamente in funzione dell’evoluzione. La serpentina è infatti di colore viola, il colore dello spirito. Ogni cosa qui si compie su di un piano sottile, vibratorio. Non c’è azione, soltanto introspezione.
Il sesto chakra rappresentato dal cerchio arancione è attivo.
Ciò sta ad indicare ed evidenziare lo stato attuale delle cose per cui l’intuizione, l’ascolto interiore, la Conoscenza, fanno da colonne portanti.
E’ come se l’uomo dovesse arrestarsi e far spazio alla luce interiore, lasciare che essa si accenda, riscaldi, sfavilli, trasformando l’uomo, la sua mente. E’ il silenzio del cuore, accettazione della Verità, senza conflitto, consapevole che ciò che è Vero, al momento opportuno diverrà ancora, nuovamente azione.
FEDE è la parola chiave, perché in quel delicato momento, fremito, batter d’ali, è l’Infinito, la Coscienza che sorregge le creature, ed è nel vuoto che si rivela. Nel vuoto che ci portiamo dentro, vuoto che si rivela fra un passo e l’altro della vita in un momento di transito, di passaggio.
Fra l’Uno che è unione, Totalità, conoscenza e il Due che è dualità, movimento, manifestazione si cela il tre, dato dalla loro somma, che è la compiutezza, infinita perfezione, Amore. Questo è celato, silente, vuoto d’azione e di pensiero. Si rivela nel mistero del senza luogo né tempo, nell’assenza di individuo e individualità, soltanto pura conoscenza di essere, testimonianza dell’assenza di speranza e aspettativa, di identificazione e illusione.
L’appeso è emanazione di pace e Amore, solitudine senza il solitario. Amore senza riserve dedicato alla preghiera costante verso il Proprio centro Assoluto che è l’Origine ed anche il manifesto.
Qui si rivela il mistero iniziale e profondo dell’appeso che ha Compreso di essere Fonte e fiume e che attende forse di dissolvere anche l’ultimo fremito di paura di “morire” alla propria umanità in ciò che resta di sé, nell’Amore.

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