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mercoledì 11 agosto 2010

MAIA

 silvia brunasti

Sono la terra, la madre, il polo negativo, l'acqua, l'oscuro, il non riconosciuto, la grande creativa, Maia la divina apparenza, la mente.
Io do' il tono, il colore, il timbro a tutte le cose,
senza di me nulla apparirebbe.
Io invece creo continuamente la vita, ma, nell'innamorarmi di me stessa ho dimenticato di abbracciare il Sole e di ricordare che sono un sogno, bello, bellissimo, ma povero e malato se dimentico della mia Origine.
Mi sono appagata delle forme e dei colori, dei suoni e degli spazi ed ho voluto inventarne di nuovi senza il contatto con l'ascolto del cuore, con l'Amore.
Ho creato forme potenti e possenti ma spesso brutte e disarmoniche perchè non parlano dell'armonia naturale dell'unione tra il cielo e la terra, fra padre e madre e non portano seco nessun anelito all' incontro divino, energia creatrice, (sebbene tutto sia creazione infinita) Origine e fonte di ogni Idea prima ancora che forma.
Povera me son strega incantata nel gelido mondo dei dimenticati da Dio, perchè di Lui dimentica.

sabato 26 giugno 2010

LA MENTE,L'ACQUA,L'ARTE,L'ACQUARELLO


L’acqua, parte fluida della terra penetra ovunque e da nulla si lascia fermare. Nel suo passaggio modifica ogni elemento. Ovunque vada porta con sé le informazioni di ciò che incontra nella sua strada.
L’acqua rappresenta quindi l’aspetto ricettivo, passivo poiché non sceglie cosa portare con sé ed in sé cristallizza e contiene la memoria del tempo.
L’acqua in questo suo accogliere in sé e trattenere si erge a ruolo di bacino di conservazione e di mantenimento.
L’acqua è il potenziale terrestre per il mantenimento delle specie che al momento opportuno con il giusto elemento attivatore mette in moto la possibilità della vita di rigenerarsi, ricrearsi in sempre nuove forme di vita.
Ecco che abbiamo fin qui definito alcune caratteristiche che nel tempo sono state definite, qualità femminili. Si tratta della fluidità, capacità trasformativa, ricettività, cristallizzazione, memorizzazione, conservazione, mantenimento, creatività.
Se pensiamo per un momento alla femminilità espressa nella donna, essa incarna alla perfezione le caratteristiche suddette.
Per mezzo del pennello (attivatore) imbevuto di acqua (elemento neutro) raccolgo il colore (la memoria).
L’acqua ha trattenuto la memoria, le particelle di colore e le ha impresse, tramite il pennello nella carta che diviene il prodotto creativo, opera d’arte.
L’acquarello con l’utilizzo tipico dell’elemento acqua segna macchie e linee sfumate, sfuggenti, degradanti nei toni acquosi fino a divenire anche impercettibili quasi invisibili.
Con questa tecnica proprio perché c’è l’acqua, il colore penetra ovunque nella trama della carta espandendo i suoi contorni tanto da dissolverli.
L’acqua penetra ovunque, incontenibile.
Un fluire continuo di passaggi e macchie di colore che non trovano stabilità e fermezza, solo ascolto del respiro e moto fluente!!
Che ne è stato di quell’immagine solida e perfetta della natura che volevo rappresentare!?
Ho dovuto lasciarmi andare, lasciare andare, respirare assieme all’acqua che ho usato per dipingere e permettere alla mia natura femminile, intuitiva, fluida, passiva, capace di ascolto e di accoglienza di manifestare spontaneamente la creatività perdendo un po’ del bisogno di trattenere, cristallizzare, controllare che faceva parte anch’esso di me.
Ecco che in questa fiducia, in questo abbandono alla naturalezza ho trovato pace nell’esprimermi, gioia e leggerezza infinite!
L’opera finale è il risultato della memoria che spontaneamente si è raccolta nel tempo del fare, per mezzo dell’acqua.!
Il corpo è acqua, il corpo è memoria, la vita terrena è memoria, la mente è memoria.
L’arte ci può insegnare a trasformare ogni memoria in atto creativo, a conoscere la mente e pacificarla!

venerdì 4 giugno 2010

L'ALCHIMIA DELL'AMORE



Osservo e mi lascio ispirare dalla natura, da ciò che vedono i miei sensi pur sapendo che non è lì che giace l’essenza e la Verità. 
Eppure l'essenza e la Verità sono ovunque poiché tutto ciò che appare nello spazio della mente è manifestazione dell'Uno e ne è quindi parte integrante. 
Uso i sensi per produrre pensieri che conducono questa mente alla ricerca di ciò che sta alla fonte dei sensi, alla fonte del pensiero, l’essenza del pensiero.
Vado alla ricerca, osservando la natura di come tutto si integra nell’unità delle parti apparentemente separate, differenti.
Il “cielo” cade come pioggia nella terra e per mezzo del calore del sole opera all’interno della madre feconda (la terra), alchimie interne che la fanno germogliare, fruttare.
Parte dei suoi componenti costitutivi subiscono in queste operazioni, trasformazioni tali che l’acqua scesa dal cielo ritorna ad esso in forma più sottile, come vapore, raffinata, purificata delle qualità terrestri, i minerali, per poi ricominciare il suo ciclo.
Così, semplicemente, la natura nel suo moto circolare e continuo, dall’alto in basso, dal basso in alto, si incontra nelle sue parti unendosi, trasformandosi, rigenerandosi incessantemente producendo sempre nuove forme di vita, di conoscenza.
Il cielo e la terra, l’uno come parte attiva, l’atra come componente passiva vengono per così dire attivati, vivificati dal calore: il sole elemento alchemico che permette alla vita di operare le sue funzioni e mantenere la continuità nell’infinito gioco della natura.
Nell’uomo il processo spontaneo , naturale di nascita dei processi, mantenimento e trasformazione non segue percorsi così naturali ed armonici come sarebbe ovvio che accadesse. Il calore prodotto dal cibo per le funzioni vitali non è armonico poiché il cibo non è naturale. La quiete e flusso naturale del pensiero sono alterati da emozioni non armoniche, sofferenti.
Ecco che la mente con il suo corpo soffre e si ammala,.
Per l’essere umano, il quale obiettivo di esistere è capire chi egli è, la natura in sé stesso deve essere ritrovata, riconosciuta ed infine superata.
Lo yoga  tramite l’utilizzo del respiro porta l’energia del cielo dentro la terra (il corpo, la madre). Le posizioni che si assumono durante la respirazione attraggono l’energia veicolata dal respiro nella parte o parti prescelte generando maggior calore di quello che il corpo genera normalmente. Quest’ultimo scioglie le tensioni interne del corpo, dei muscoli, dei tendini, ripercorrendo a ritroso l’origine mentale/emozionale della tensione, portando quiete emozionale e rallentando il flusso dei pensieri. Il respiro che esce è un respiro raffinato, come il vapor acqueo.
 Privo di cristallizzazioni, più in armonia con l’energia del cielo (il Padre), colmato di amore di accettazione.
Una volta che con gli esercizi la mente ha rallentato il suo brusio interiore, che le contrazioni si sono sciolte, il praticante può allora fermarsi e portare la mente verso il proprio interno, verso la ricerca di Sé, della propria origine, del proprio cielo interiore, riconoscendo il padre e la madre in se stesso, amandoli come se stesso, maturando la consapevolezza di essere padre celeste e terreno, madre celeste e terrena, figlio, cioè unità dei 4, cioè Amore.
La preghiera o meditazione nascono dalla volontà di ritrovare quel senso di appartenenza, di calore, di amore che hanno generato le creature.
Lo stato naturale della mente e dell’intera esistenza universale: Amore manifesto.
L’uomo per mezzo dell’Anima si sintonizza con le vibrazioni universali dell’Amore Divino.
Per mezzo della preghiera l’energia Universale dell’Amore colma l’Anima di se stessa, generando calore e sciogliendo le cristallizzazioni generate da emozioni, esperienze nocive nelle quali la mente si è identificata credendo di essere un corpo singolo, differenziato, credendo semplicemente di esistere.
Le cristallizzazioni emozionali sciogliendosi “evaporano” lasciando l’Anima asciutta e luminosa, Beata.
Possiamo vedere ogni emozione umana cioè non Beata, come umido nell’Anima, come pioggia che richiede un processo alchemico per poter generare trasformazione. Tale processo viene, in questo caso generato dalla preghiera, dall’Amore.
L’Amore è come il sole per la natura, è come l’energia pranica nel corpo dello yogi.



sabato 22 maggio 2010

IL TRE E L'UNO

Come la mente si riconobbe

A causa di tanta sofferenza, di tanto male, fui spinta a cercare il bene e l’Origine del Bene.
Pensiero sempre triste o malinconico, sognante o idealizzante, critico o lascivo, arrabbiato o innamorato, non trovavo mai pace, era una continua altalena, tanto veloce da farmi girare la testa e farmi male.
Quanti pensieri si affastellavano in me mente, le soluzioni e la felicità che la mia natura credeva di volta in volta di aver trovato, tardavano a divenire concreti.
I miei compagni inseparabili erano il corpo e l’Anima.
Nel corpo, il male era insinuato tanto profondamente che non ricordavo nemmeno quando e se ero stato bene, com’era star bene, cos’era il bene. Ero malato.
Il desiderio profondo di pace e di guarigione mi spinse allora a cercare il Bene e la sua Causa Prima che sicuramente si celavano dietro all’abito sgualcito della mia malattia!
La ricerca fu assidua e piena di fede, la volontà ferrea e instancabile.
Tutto questo portò profonda conoscenza delle malattie dei corpi.
Imparai a curarmi e con me anche altri corpi.
L’Anima era lucente e splendente di sua intima natura.
Mi accorsi però che anch’essa nonostante la sua lucentezza naturale, nell’incontro con altri soffriva nei sentimenti e nelle emozioni che la rendevano spesso grigia e cupa creando in me profondi conflitti.
Fu il suo desiderio di pace ad indurmi a cercare il Bene profondo sicuramente celato dietro il velo delle emozioni e dei sentimenti distorti!
La forza innata dell’Anima era la Fede che come cavallo possente la guidava e da quel momento, unitamente alle esperienze vissute in Sua compagnia, maturai profonda conoscenza dei risvolti e delle sfumature dei sentimenti e delle emozioni dell’Anima umana.
Giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno il pensare divenne sempre più lucido, semplice e chiaro pur essendo anche curiosamente sempre più abile nel formulare pensieri profondi e complessi essendo divenuto intuitivo e brillante.
Tal volta anima e corpo cominciarono a trovarsi in un tale stato di grazia e armonia che il pensiero, quasi spariva, silenziato e pacificato.
Fu un viaggio lungo e paziente quello della mente ed i suoi tre compagni, possenti destrieri: volontà di pensiero, fede e corpo. L’uno intransigente e mai stanco, l’altro che ad ogni respiro, ad ogni passo rinfrancava i lunghi giorni e le notti dei viaggiatori esalando nuvole di profumi e luci permeando di grazia e bellezza il cammino. Il terzo fedele servitore.
Raggiunsi un giorno una spiaggia dove finalmente decisi di fermarmi, ero arrivata al mare.
Le sue onde si rifrangevano nell’immensa riva e una luce color dell’oro permeava di sé stessa ogni cosa.
Entrai nel mare, io con i miei compagni inseparabili.
Fu un istante….
Ogni esperienza passata e possibile, ogni idea, ogni forma, ogni sentimento, ogni immagine dissolti nel mare infinito. Tutti presenti nella pienezza dell’istante d’Amore eppure silenti, rappresi e infine scomparsi nel silenzio del Tutto, nella pace del nulla.
 Eravamo sprofondati nell’unità e nella profonda pienezza e naturalezza dell’immenso oceano di vita.
Rimase soltanto, ad un certo in designabile attimo la piena consapevolezza di Essere Origine e forma di ogni verità sognata in uno spazio- tempo realmente mai esistiti poiché estinti tutti contemporaneamente assieme al moto del mondo apparso in me mente.
Uscita poi dal bagno mi accorsi che non restava più nessun altro viaggiatore ero io, mente in uno e tutto era in me, né rimaneva alcun viaggio da compiere o luoghi dove andare, avevo trovato il luogo prediletto.
Il mondo riapparse tutto improvvisamente unificato, il visibile e l’invisibile connessi e indissolubilmente legati.
Rimaneva ora soltanto il presente e il presentimento della presenza Assoluta, Originaria.
Rimaneva soltanto l’ascolto, il silenzio, il canto del cuore.
Decisi di restare li, di vivere sulle sponde del mare infinito.

mercoledì 19 maggio 2010

LA MUTA DEL SERPENTE

articolo tratto dalla serie "simboli della natura"

E’ estate, sono stesa su di una sdraio quando d’un tratto scende dall’albero sotto al quale ero stesa un pezzo di pelle di serpente (serpentello). Rimango esterrefatta, non avevo mai visto quegli animali prima d’allora in giardino.
 Nei giorni a venire il fenomeno del serpente continua a manifestarsi mostrandomi un pezzo di pelle vicino all’aiuola, poi, in un altro momento vedo un serpentello scivolare da sotto la piscinetta di plastica verso il giardino vicino, poi ancora ne vedo uno nell’orto, uno nella stradina che porta nella strada principale, ed ancora uno mi capita vicino vicino mentre sto mettendo la bicicletta sotto la scala, sgusciava via impaurito contraendosi in se stesso.
 Stavolta l’ho osservato, ho spostato l’oggetto dietro al quale si era nascosto e l’ho guardato per un po’.  Mai visto serpenti fino a quel momento e d’improvviso tutto un susseguirsi di apparizioni nell’arco di pochi giorni. Ed ero io l’unica ad aver colto la loro presenza! Nessun altro li aveva visti.
Quel serpentello, arcano, antico animale prese forma nello spazio della mia mente. Quando ne parlai ad altri, tutti si spaventarono, eppure quel serpente non aveva nulla di spaventoso. Lui però con quel suo fare sfuggevole, impedisce alla mente di sentirsi stabile, sicura, egli sfugge, non lo si può catalogare, controllare ne tanto meno possedere. La sua presenza si manifesta ma non si lascia imbrigliare da nessuna gabbia. Per questo fa paura. Ciò che non si può possedere fa paura. Inoltre, potrebbe anche essere velenoso!
Ah se così fosse, il suo morso, quando meno me l’aspetto potrebbe paralizzarmi, farmi anche agonizzare, infine potrebbe anche uccidere.
Cadere in preda all’angoscia, alla sofferenza ed essere completamente indifesi. La vita è piena di sorprese e se io mi abbandono completamente potrei rischiare di rimanere ferita e non solo, anche a tradimento, in pieno giorno. Ecco il mistero….
Eppure la sua presenza era dolce, egli era piccolo e sembrava sicuramente innocuo. Ma era ovunque, nel giardino, luogo di bellezza; sotto l’albero, simbolo di vita; nell’orto, dove vi è nutrimento; nella strada che portava nel mondo esterno, il contatto ; sotto la piscina, l’acqua della nascita; insomma era penetrato in  ogni aspetto della mia vita, con dolcezza, facendosi persino notare, ma rimaneva pur sempre il pericolo.
Oh si, dove mi aveva portato il piccolo serpente che stava cambiando muta!? Ecco, proprio lì, mi accompagnava dolcemente a cambiare i vecchi abiti, a riconoscere le paure più nascoste, paure che permeano ogni aspetto della vita proprio per potersi manifestare e per permettermi di…cambiare muta.
Se comprendo che il serpente è specchio della mia mente, la paura diventa conoscenza, e se io trasformo la paura in amore che è pace e naturalezza, allora essa diventa libertà, allora non c’è più bisogno di controllare le situazioni, di tentare affannosamente di possedere o manipolare qualcuno o qualcosa.
Ciò che conta è sempre ed ancora amare, amars-si innanzitutto.
 Se però non c’è fiducia o meglio fede in qualche cosa che si presentisce essere alla fonte della vita, della mente, e che come tale ci spinge ad avere il coraggio di affrontare le nostre paure, fiduciosi che le risorse ci sono pur non conoscendole ancora, allora  ci sarà ancora controllo e ancora separazione e così all’infinito.
 Se invece ci si  lascia andare alla ricerca della propria fonte d’amore riconoscendo che la paura è solo la pelle che cela l’amore al nostro cuore,  ecco che nuove forme pensiero, nuove emozioni, nuovo vivere prendono forma ed il serpente può tornare a srotolarsi dopo essere stato specchio del tuo cambiamento.
Al contrario della paura che isola ora c’è FIDUCIA.
Nella fiducia c’è abbandono, rilassamento, quiete.   
 Nella quiete c’è rivelazione, accesso ai messaggi della vita, conoscenza.
Dietro all’immagine viscida, che incute insicurezza perché imprendibile,
si rivela la vera via di conoscenza dell’uomo, la vera saggezza, che consiste nell’affidarsi all’abbandono dell’ascolto del proprio cuore, delle spinte autentiche e necessarie, nella ricerca dell’Ordine invisibile che permea e che crea la vita,
unica fonte di pace e liberazione.

MEDITAZIONI PER MATURARE LA FIDUCIA
Prego il Sé di dissolvere nell’Amore le cause karmiche del tradimento.-3’-
Prego il Sé di purificare l’inconscio dalla memoria del tradimento.-3’-
Prego il Sé di riprogrammare nell’Amore la paura.-5’-
Prego il Sé di maturare la Fede Reale.-2’-
Prego il Sé di maturare la Vera Conoscenza.-2’-
Le meditazioni vanno eseguite ogni giorno seduti ad occhi chiusi per almeno un mese, con i tempi indicati.

mercoledì 7 aprile 2010

MANDALA DEI CHAKRA




 PERCORSO DI PITTURA SPONTANEA
ASCOLTO COSCIENTE DEL RESPIRO
MEDITAZIONE DI CENTRATURA SUL TEMA DATO
RICERCA DEI MATERIALI
CREATIVITA’ INDIVIDUALE E SPONTANEA
RIPROGRAMMAZIONE DI SIMBOLI E ARCHETIPI NEL FARE PITTURA

Sette incontri sul tema dei chakra (ogni chakra corrisponde ad un aspetto della vita individuale) dove si cerca, attraverso un uso spontaneo di colore e materiale pittorico, respiro cosciente e momenti di interiorizzazione,
 di elaborare ed armonizzare attraverso la creatività spontanea, le emozioni e i concetti riguardo alle tematiche affrontate di volta in volta relative agli archetipi e ai simboli corrispondenti al chakra.
I mandala sono le immagini che emergono durante la ricerca come momento di integrazione e armonizzazione.

Gli incontri sono rivolti a persone adulte, ricercatori spirituali, psicologi, insegnanti, educatori e a chiunque desideri  intraprendere nuove ricerche creative e per migliorare la qualità della vita quotidiana.

lunedì 22 marzo 2010

LA SOGLIA


 soglia
Parliamo del presente.
Siamo qui, ora in quello che la nostra mente definisce e accetta come presente.
 Ma osserviamo meglio, cosa sta accadendo, adesso, proprio ora.
 Dove è il presente? Il tempo che la mente vive la induce a pensare attimo dopo attimo a cosa fare; fra un attimo, fra mezz’ora, fra un ora.
Dove vado adesso, cosa faccio dopo di ciò che sto facendo, i miei occhi vedono il succedersi continuo di immagini una dopo l’altra, momento dopo momento, e così via.
Capisco, dopo questa riflessione che il presente è un illusione, la mente vive di un idea di movimento e continuità, non di presente.
Se però ci portiamo più in profondità possiamo capire con chiarezza che ogni immagine che appare nello spazio della mente si sussegue a quella sucessiva, frazioni di secondo in cui si “accendono e spengono” le immagini, la continuità è apparente, il movimento è apparente.
Eppure la mente individuale vive costantemente, tutta la sua esistenza, dalla nascita alla morte, nella convinzione di continuità, di tempo, di spazio.
Dov’è il presente?
Esiste nella mente la possibilità di cogliere la soglia, passaggio tra uno stato ed un altro. In essa si manifesta il fremito,il profumo, il sapore, il sentimento della mancanza di azione, di accadimento, nell’attimo in cui il tempo torna a vivere:
 Il sentore del presente.
La mente che ha conosciuto se stessa, osservando il proprio moto: nascere, mantenersi, estinguersi, in se stessa, nella propria individualità che è però anche totalità dell’esistere poiché ogni moto nascente in se stessa è tutto il moto possibile, cioè l’intera esistenza universale, senza la quale mente essa non esisterebbe;
 può cogliere gli attimi di alternanza, la soglia fra l’essere nella mente che è divenuta Universo, totalità, Unità ed essere all’Origine della stessa, cioè l’assenza presentita del suo moto vitale, per mezzo della meditazione.
 Nella scoperta del suo “essere e non essere” la mente si placa, si pacifica, approda allo stato naturale dell’Amore che è pace, realizza l’Essenza della Verità.
La mente può percepire questa soglia anche nell’azione (illusoria), quando si abbandona completamente al flusso di ciò che mette in moto, dimenticando il tempo, gli altri, il mondo, le cose, ogni cosa, immergendosi nel fare e "dimenticando" così l’individuo che agisce a favore dell’unione fra il soggetto dell'azione e la cosa che si va realizzando, a favore dell’unità che libera l’umanità dalle illusorie catene dell’io e delle sue esigenze, desideri, bisogni, necessità costanti.
La mente può percepire altresì l'alternanza nell'osservare consapevole e pacifico delle apparizioni della mente in quanto tali, quietando così i sensi dai desideri tiranni, vivendo senza attaccamento ne sognanti aspettative, permettendo l'alternarsi cosciente di nascita, mantenimento, morte/trasformazione delle apparizioni.
Dimenticare se stessi significa in sostanza trovare tutto e l’Origine di tutto, significa trovare Sé Stessi.
Significa trovare Casa, una casa senza pareti ne arredo materiale, una casa di silenzio e pace, di gioia impareggiabile e quiete.
L’architettura più bella perché è quella da cui Tu hai tratto origine, Sei nato e nella quale dimori Eternamente.
Ricorda ogni tanto nel quotidiano pensare dove sei Tu, chi sei, da dove vieni.
Ferma il flusso e abbandona te stesso al Te stesso senza tempo, senza presente, Eterno presente.

sabato 13 marzo 2010

COLIBRI' stupore/amore



articolo tratto da: simboli della natura

Piccolo uccello che vive nei paesi dell’America latina e nelle foreste dell’Amazzonia. La particolarità di questo volatile è data dalla frequenza dei battiti del suo cuore, dieci volte maggiore di quella umana, che fa si che in un solo secondo egli batta le ali 50 volte.
Ancor più interessante però risulta il fatto che questo piccolo uccello del quale esistono qualche centinaio di specie, impollina ben l’85% delle piante esistenti in quei luoghi. Se scomparisse questa specie, nell’arco di tre generazioni non ci sarebbero più piante in amazzonia con le ovvie conseguenze che questo apporterebbe.
Dipingo un quadro (molto spirituale) e inserisco un colibrì.
Il giorno dopo vado al cinema e un marinaio mostra il suo colibrì tatuato nel petto e ne spiega alcune caratteristiche.
La cosa mi stupisce alquanto.
Non avevo mai avuto a che fare con questo uccello in particolare.
 Per me i volatili hanno sempre avuto un significato speciale ma qui si presentava una specie precisa.
Poi quando sono andata a cercare qualche informazione su di lui, tutto di lui era stupefacente perché estremo.
Il suo battito cardiaco, la velocità del battito d’ali, per non parlare poi della percentuale di impollinazione che metteva in atto.
Il mio uccellino dipinto, appare nel campo azzurro e limpido, d’improvviso, solo, che spicca il volo verso l’alto e colgo ora, solo ora, riguardandolo, lo stupore nel vedere uscir fuori dal caos della vita rappresentata nel quadro, il colibrì, sprazzo di libertà, di bellezza, di forza senza limiti, senza vincoli se non quello dell’esistere spontaneo.
  Vivere, spinta connaturata a manifestare l’amore, l’armonia, uscire fuori da caos,  esserci e  continuare ad esserci in essenziale spontaneità, stupendoti nel cogliere l’attimo d’amore che si sprigiona quasi da se.
Allora mi rammento anche del film dove con mio grande stupore  rivedo l’uccellino a rappresentare l’eccessiva velocità di una vita troppo velocemente consumata nell’anelito alla vita (che è amore). Anche il marinaio, colto dalla brama di vivere, si lasciava consumare dall’alcool e dal vizio cercando di ingoiare la vita, di stupirsi ritrovando l’amore perduto nei sogni della mente allontanata dalla sua Fonte, ma che sempre, è spinta a ricercarla, incessantemente nei modi di cui è capace, che spesso soltanto il destino determina, poiché essa non sa, chi è e da dove viene.
Amore in azione,  questa è la parola magica del colibrì che parla dell’amore che con grande stupore rinasce, si snoda, si ricrea incessantemente.
Il colibrì vola con le sue alette tanto veloce da pensare che non tocchi mai terra ed infatti è proprio così, l’amore stupisce la mente lenta e cristallizzata nella quotidianità spuntando “dietro l’angolo” portandoti nuovamente in alto, dentro al cuore, nel fulcro battente del respiro vitale.
 La vita ad ogni svolta ci può mostrare un piccolo colibrì, quando meno te l’aspetti per portare la tua presenza nel qui ed ora, nell’ascolto del battito vitale.
 Nel suo batter d’ali egli forma un 8, simbolo dell’infinito.
In questo spazio mentale colgo e mi stupisco ancora di riscoprire come tutto è unito sotto questo cielo, dove la mia mente e le menti sono un'unica cosa, unica apparizione e di come la vita torni sempre ad essere feconda, immensamente feconda, infatti lui nel suo succhiare il nettare incessantemente, sparge nettare ovunque fecondando la vita ad ogni suo passaggio. Nutrirsi di vita, attaccamento alla vita di una mente agitata che segue il proprio destino inconscia. Oppure conoscenza della mente nell’azione del vivere, e in quest’esperienza  provare emozione, emozione nascente dall’amor stesso e spontaneo di vivere, di esistere e di qui il bisogno spontaneo della mente di donare vita a sua volta, di amare , di condividere e perpetuare questo amore, comprendendo che amando sei uno, che ogni amore (uomo/mente individuale) è lo stesso ed unico amore che vive se stesso nella mente di ogni individuo. L’amore solo genera  e mantiene la vita, la sua continuità, la sua unità. (L’Amore è l’idea perfetta della mente utile a trovare la pace che dissolve la mente stessa ricongiungendola alla sua Origine).
 Allora lo stupore riappare e riempie il mio cuore innamorato di vita.
 Mi stupisco della voglia che ho ancora di vivere, mi stupisco della bellezza, dei sogni, del bisogno della mente disordinata di ritornare all’ordine naturale, che è amore, alla pace, che è amore, alla bellezza, che è amore. Comprendo che se non smetto di amare, anche nel mare in tempesta, un giorno di sole porterà, SEMPRE un colibrì a dialogare con il tuo cuore, stupendoti.
Infine realizzo in quest’immagine veloce e sfuggente del colibrì, la sostanza illusoria delle immagini della mente.
 Comprendo con tutto il mio essere la natura sognante dell’apparizione del mondo.
Comprendo che anche l’amore è soltanto il sogno più bello, un pixel splendente che si accende insistente perché il più naturale, nelle forme pensiero. Oh si vedo il sogno dell’amore, vedo il sogno della vita, vedo il senso gratuito dell’infinito esistere, vedo Me (Anima) di ritorno a Casa, Me Creatore di un mondo d’Amore.


venerdì 8 gennaio 2010

LASCIARSI AMARE


L'argilla rimane sempre, completamente se stessa,
eppure
si concede completamente lasciandosi plasmare e trasformare profondamente.
E' come lasciarsi amare
concedersi all'amore che trasforma l'anima, 
le abitudini e persino l'aspetto.
Eppure
rimani sempre te stesso e a differenza dell'argilla che non lo sa,
concedendoti all'amore
tu scopri chi sei veramente.