Visualizzazioni ultima settimana

giovedì 25 ottobre 2018

SHIVARATRI - lo spirito incontra la materia


Shivaratri, la festa indiana che celebra il matrimonio di Shiva con la sua sposa Parvati.
Shiva è la divinità che rappresenta il Creatore/trasformatore.
Nella storia e nel presente indiano, Shiva è l'appello al riconoscimento della Realtà Divina, attraverso il percorso infinitamente creativo dell'esistenza, Egli viene infatti rappresentato con infiniti epiteti e volti, a ricordare che la creazione è un atto sperimentale e che il divino risiede in ogni aspetto della manifestazione stessa. Attraversando lo sperimentarsi nel mare della vita con tutti i suoi aspetti, gioia, dolore, desiderio, attaccamento, e distruzione degli stessi, nel cambiamento; all'uomo è dato di riscoprirsi origine della manifestazione stessa, solo una volta che la si sia conosciuta e integrata completamente.
Ecco che il divino Shiva rappresenta una guida nella foresta intricata dell'esistenza, una guida attiva in ogni aspetto del vivere.
I modi in cui Egli incarna la via che ristabilisce l'ordine cosmico nell'umano, sono quindi molteplici, sono i volti attraverso cui la mente crea la vita stessa, siano essi volti oscuri o luminosi e armonici. Shiva ci dice ché è solo nell'attraversare il mare dell'esistenza, nell'immergercisi conoscendone ogni anfratto, anche il più oscuro, che l'uomo poi cercherà di risalire, ricercherà nuovamente la Luce, la pace, credute perse o meglio dimenticate.
In questi giorni Lord Shiva mi accompagna e insieme ci accompagna nell'aspetto dell'unione fra maschile e femminile.
Vedremo che non è un processo così ovvio, scontato, è in verità molto profondo e vasto.
Per parlare di uomo e donna, di luce ed ombra, di polarità , potrei riferirmi semplicemente a Dio, o potrei collegarmi ad altre divinità più vicine al nostro emisfero terrestre, però in questi giorni, è Lord Shiva che fa la sua comparsa ad ispirare questa mia mente.
Come insegnante di yoga e maestra di meditazione, mi lascio guidare da questa Fonte ispiratrice e accolgo il significato di “Shivaratri”, festa del matrimonio sacro e vi parlo dell'importanza di quest'unione.

IL DIO SAPIENZA INFINITA risiede nella parte spirituale, elevata della mente umana. Egli quale Fonte dell'uomo stesso e Potere della sua stessa manifestazione è quella lanterna (scintilla di Luce) profondamente nascosta,
essenza della vita e nel contempo essenza energetica dello stesso respirare umano, del vedere, annusare, toccare, pensare, riprodursi.


Shiva il Dio del creato cammina con noi nell'esistere quali uomini e quali esseri divini a nostra volta, in quanto di Lui partecipi in essenza.


Che dire di Lei, la madre, la donna, la figlia, il colore, il suono, il tatto, il coraggio, la paura, il tocco, il riverbero, il frangersi dell'onda al mattino, all'alba di ogni giorno, al tramonto di ogni giorno.


Che dire del volto di Shiva rispecchiato nel mondo: eccolo è la Dea.
Cosa ne hai fatto del tuo mondo, del mondo in te nascente uomo?
Sei nato e hai dimenticato chi sei, da dove vieni, dove è il vero destino del tuo cuore infinito.
Allora uomo, corri, scappa, lavora, suda, pensa, raccogli i frutti, i buoni e i cattivi, dimenticati di me, odia tua moglie, tradiscila, odia il tuo amico, tuo figlio, gli animali che con te camminano nella natura. Uccidi, ruba, corrompi ogni pensiero di bellezza. Un giorno, dopo che sarai distrutto, spezzato dalla tua stessa logica, quando la materia del tuo corpo sarà logorata e marcia, dovrai tornare a me.
Io sono qui, sono sempre stato qui, ti ho visto soffrire e amare, ti ho visto nascere come uomo, e come dio sei sempre stato qui con me, eternamente qua.
Quando tornerai, allora quel giorno io e te saremo nuovamente uniti, laddove tu avevi lasciato, da dove eri scappato in cerca d'avventura. Ma sappi che la scena è la stessa, sarai tornato alla stessa riva da cui partisti, solo che ora saprai chi Sei.
O vita, si ci sposeremo, quando avrai rimparato ad amarmi, avrai ricordato il tuo amore per me, avrai ricordato di nuovo, che il tuo corpo e il corpo del mondo, del cosmo e quello della natura sono la mia sposa, sono la tua sposa in quanto tu sei un dio.
Quando il dolore e l'oblio ti avranno distrutto nel corpo e rafforzato nella volontà, tanto da ribellarti al demone che ti ha soggiogato, allora ti prenderai cura di te, allora ti guarirai, guarirai la tua sposa che è il tuo corpo cosmico e terreno. La guarirai nella preghiera meditativa, nell'introspezione, nell'azione giusta, nella bontà ritrovata, nell'arte evolutiva, nel desiderio di riunirti a Me, a Te, che ti indurrà nella giusta azione verso te stesso, verso gli uomini, verso la natura, verso il divino.
Solo allora Lei salirà lungo il tuo asse mistico, il tuo albero magnifico, e ti abbraccerà, ti risveglierà, ti ricorderai di amare, di amarti, di amarla, di essere ciò che sei, dio manifesto.


E così anche questa storia trova il suo lieto fine.
Così nel risveglio della conoscenza tramite l'amore che ha soppiantato la illusoria sofferenza, anche ogni coppia potrà durare.
Senza questo cammino tutti prima o poi si separano, tutti prima o poi si ritroveranno. Prima o poi sapranno riscoprirsi in Lui, in Lei. Solo allora in ognuno si festeggeranno le sacre nozze del Dio che ha incontrato la sua sposa.
Ma come ha fatto ad attrarla a sé, ad elevarla al punto da poterla abbracciare nell'unità cosmica e divina? Come ha fatto la creazione madre a ritrovare la strada verso di lui? l'ha fatto da sola?
Come ha potuto scoprirsi bellezza creativa senza la sua parte organizzata, senza l'intelletto superiore che sa interpretare le leggi divine e umane per poi organizzarle. Si perché a lei spetta l'intuito, e la creazione, la saggezza l'aggiunge lui.
E Lui, il suo maschile, colui che organizza gli eventi nel mondo, colui che riscopre la scienza (in lei) per darle forma perfetta, organica e condivisibile, ha potuto svolgere da solo il suo compito di Re del Mondo o del suo piccolo mondo?
La risposta è già insita nelle domande, ed è no, nessuno dei due può creare un mondo di Saggezza, di calore e di bellezza da solo.
Il lato maschile in ognuno, ha dovuto contemplare a sua volta la lotta, la solitudine, l'aridità della mente raziocinante priva di intuito e di bellezza. Ha dovuto scoprire la durezza della materia inaridita perchè dimentica della sua Fonte di Luce spirituale. Ha dovuto uccidere il proprio fratello per conquistare un pezzo di terra spenta. Ha dovuto vivere a lungo nell'oblio e quindi ha dovuto vivere la separazione da lei, il suo femminile intuitivo, creativo, evolutivo.
Poi la rivincita sulla lotta, tramite l'amore e la forza.
Dopo la grande distruzione, dove solo il deserto più è rimasto a soffocare il respiro, a seccare la pelle, a estinguere ogni traccia di umanità; la presenza rafforzata dalla lotta, dalla conquista dell'intelligenza pratica, della tecnologia, della capacità concentrazione acuita dagli sforzi vissuti, inspessita di conoscenza e di saperi conquistati con forza e volontà, torna a splendere in lui accesa dal richiamo dell'amata che vuole assolutamente risorgere, vibrare, cantare ancora le lodi al creato, la bellezza, l'amore.
Da quel momento lui, ha aiutato la sua parte divina e creativa, ha risvegliato in lei l'intuito, la grazia, l'ha seguita in ogni sua impresa incoraggiandola, l'ha spronata a non mollare, si è affidato alla sua gentilezza, si è nutrito delle sue arti, ha respirato le sue essenze, si è lasciato portare dal non sapere con fiducia e abbandono ascoltando dal centro del petto.
Così Parvati è cresciuta, è cresciuta ed è potuta salire insieme a lui, nell'intreccio divino dell'albero della vita e insieme hanno raggiunto l'altare.
Nella sommità del capo, fra le fronde arboree, si sono amati eternamente, così come da sempre è stato ed eternamente E'.
Il sacro rito si compie nel nome dell'unione mistica, nel nome dell'evoluzione interiore dell'uomo, unione acquisita però nel terreno della ruvida materia vivente, della tenebrosa mente inconscia; mente che ora sa, sa che tutto può essere, che tutto è possibile in ogni momento, che il tempo del risveglio e dell'unione è alle porte dell'alba di questa nuova era. Le porte si sono aperte, basta soltanto accedervi.







mercoledì 17 ottobre 2018

PASSEGGIATA NEL FLUSSO


PASSEGGIATA NEL FLUSSO

Creare senza trattenere, la musica

Guardo il mio strumento, lo accarezzo, è bello, suona con me e mi rende felice, noto però in lui qualcosa che me lo fa percepire distaccato, non aderente a me. Non riesco a sentirlo completamente parte di me, come oggetto, perché percepisco la sua individuale presenza, autonoma, non mia.
Lui mantiene una sua distanza personale.
La sua natura materiale manifesta distacco fra i nostri 2 corpi: fra la mia materialità, le mie mani e il corpo intero e la sua materialità, i tasti metallici e tutto il resto che lo compone.
Eppure contemporaneamente percepisco fra noi il passaggio di corrente che si crea quando si attua la mia volontà di suonare, lo guardo e decido di entrare in contatto con lui, ed ecco che lui è li, pronto disponibile a permettere che il suono accada.
Il mio desiderio accende la volontà e permette che il flusso si attivi. Poi in un secondo momento sopraggiunge la creatività.
In questo accordo, dove mi lascio portare, accordo che fonde insieme la ricerca tecnica e la passione creativa, si aprono nuovi stimoli, è una porta che si apre nell'infinito.
Lui, il vibrafono, si rende veicolo e mezzo del flusso, potenziale infinito del suono.
Anche se i nostri corpi materiali non si toccano, i nostri livelli sottili, energetici si aprono al passaggio dell'universo sonoro, dell'ispirazione, della conoscenza della musica.
E' come entrare in una immensa stanza dove man mano che la osservi scoprendola, ne accendi i lumi, entrando in contatto con qualche sfumatura del suono, del sapere sul suono, delle memorie lasciate, trasmesse, sul suono, sulla musica.

Un altro flusso, nel flusso

Camminano sereni nell'immensa prateria, orso e orsa.
E' una giornata ventilata, fresca di primavera o forse di fine estate, chissà.
Plasmare la vita, dice lui, è si plasmare la vita aaahh.
Cosi l'universo non smette mai di auto generarsi.
Guarda amore quante nuvole, quanta erba, quanti fiori, se la vita non plasmasse costantemente sé stessa in un infinito gioco creativo che ne sarebbe di noi.
Tesoro, risponde lei, noi sicuramente non esisteremmo, o comunque non esisteremmo più sicuramente.!
Io plasmo ogni giorno il mio divenire ad esempio procacciandomi il cibo, nel far questo il tessuto della terra in qualche modo si modifica, il mio corpo si modifica, l'aria che respiro si modifica e questo vale anche per te cara, in ogni tua azione trasformi e crei qualcosa.
E così è per ogni cosa, la vita crea e rimodella sé stessa all'infinito.
Ah che bella frase ho creato oggi, dice l'orso.
Si tesoro, certo, pensa lei sorridendo con dolcezza fra sé e sé.
Ma, senti un po', a proposito di: “la vita plasma sé stessa”, e a me che osservo la vita qualcuno mi modella? Certo risponde orsa, tutto è plasmato da qualcos'altro. Nel gioco naturale della vita, ogni osservatore, giocatore, che è anche l'autore del gioco stesso, ogni pedina chiamiamola, dato che parliamo di gioco, influenza il moto dell'altra senza per questo arrestarne il flusso, senza trattenerla bloccandola, e il gioco si trasforma costantemente.
Riassumendo, continua orsa, in questa partita senza fine, ogni uno è contemporaneamente autore del gioco, osservatore e attore.
E non solo, aggiunge, ogni uno è anche coautore, in tutto ciò che lo circonda nel gioco della vita. Che egli lo sappia, o che tutto accada a sua insaputa, inconsciamente, secondo leggi sconosciute ai più, poco cambia, tutti gli esseri compartecipano e si influenzano vicendevolmente al fine di mantenere in atto la naturale creatività infinita dell'esistenza.
Tutto si trasforma incessantemente e ad ogni azione cambiano le possibilità del gioco.
Regola base per il mantenimento della salute e dello stato di naturale creatività del flusso del gioco: nessuno deve bloccare qualcun'altro pena gravi deviazioni, anche rocambolesche e a volte tragiche, nella partita.
Così, seguendo queste semplici regole, la vita plasma sé stessa senza possedersi, auto generandosi con naturalezza, incessantemente nel flusso della mente creativa.
L'ultima regola di cui ti ho parlato, quella del non bloccare, pena, gravi disordini, è di fondamentale importanza mio amato orso. Basterebbe infatti attenersi a questo principio, che si chiama: vivi creativamente e lascia vivere, perché l'universo si evolvesse e generasse mondi di tale bellezza, impensabili attualmente a noi giocatori di quaggiù!
Orso prende la parola dicendo:” ah come ad esempio, tanto per capirci meglio, se io fossi geloso e ti trattenessi a forza, ti avrei già persa nel cuore. Oppure, se avessimo voluto trattenere i nostri figli per amore ( o egoismo), li avremmo costretti a fuggire di nascosto, nella notte buia inducendoli a rischiare il peggio nelle nostre fredde e pericolose lande; oppure se fossero stati più deboli o insicuri sarebbero rimasti a casa ma sarebbero cresciuti fragili e incapaci di ricreare a loro volta un nuovo nucleo, una nuova vita. No no, non sia mai detto, meglio vivere e lasciar vivere, anzi vivere e far vivere, che significa annaffiare con consapevolezza, amore e libertà ogni pianta di questo grande giardino planetario”.
Siamo perfettamente in sintonia, dice lei al suo compagno e continua:
Se ti permetti di fluire, se accetti che tutto scorra, che le cose cambino, se accetti di non voler per forza possedere tutto quello che tocchi, se ti affidi all'abbondanza infinita della natura con gentile rispetto e riconoscenza, non hai bisogno di trattenere o di bloccare nulla, tutto procede nella sua dimensione naturale, la CREATIVITÀ INFINITA!
Devo confessarti che esiste però un segreto sconosciuto ai più, te lo voglio rivelare, sempre che ti interessi.
Ma certo, oggi possiamo passeggiare senza intoppi, possiamo fluire fra l'erba, l'aria, la luce e i nostri pensieri creativi.
Quindi prego cara, parla.
Bene, l'orsa abbassa un po' la grande testa bruna e avvicina la zampa alla bocca, come per non farsi sentire e dice: il segreto consta nel fatto che l'essere, in un tempo ormai dimenticato, fuorviato da circostanze che causarono desideri inattesi, prese parte ad azioni che modificarono il gioco originario di questo pianeta, modificando con ciò le regole auree della creazione, stabilite nelle antiche ere dall'insieme degli esseri amorevoli e saggi e rispettate da tutti nel grande universo in continua evoluzione.
Accadde così che il gioco, fuoriuscito dal suo tessuto naturale, generasse delle aberrazioni.
Così di epoca in epoca, esperienza dopo esperienza, si concatenarono nel normale flusso del divenire creativo, informazioni e nuove esperienze vissute sempre meno in simbiosi con il tutto, sempre più slegate dal flusso della grazia. Per essere corretti, le esperienze di vita furono percepite dagli esseri viventi come separate, slegate, isolate dal tutto, poiché in verità il tutto è e sempre rimarrà un tutt'uno, la differenza poggia solo nell'angolo prospettico!
Ed ecco qui l'essenza di questo segreto: alcuni mondi materiali come il nostro, divennero contraddittori, appesantiti dall'idea di diversità di separazione, di isolamento. Questo stato creò la necessità di superarlo, di trovare pace, armonia, inducendo gradualmente e quasi inconsciamente alla riunione con l'unità originaria.
Per superare il gioco disarmonico e raggiungere nuovamente il flusso armonico e quindi il benessere, in questi mondi fu progettato di servirsi proprio “dell'anomalia” per risvegliarsi e ritornare al flusso originario, alla grazia. Non fu affatto un gioco da ragazzi, ma in questa partita il dolore diventa il fardello che se riconosciuto, può diventare il trampolino di lancio per la guarigione in quanto ti spinge a cercare il ben-essere. Insomma queste aberrazioni sono in realtà le pietre miliari da rivelare e poi ripulire, da trasformare per tornare al gioco originario dove, bisogna ammetterlo, si sta parecchio bene, non credi tesoro?

O sì, oggi sembra un giorno di quelli, sembra proprio di essere nel flusso originario, senti che aria orsa, guarda che colori tingono i nostri mantelli ed ogni altra cosa e poi, il tuo calore, i tuoi occhi, ah che bellezza!!
Concludendo con questa stravagante ma fondamentale diserzione, ti posso confermare che tutt'ora lo stato di pesantezza e la sensazione di separazione vigono nel nostro pianeta.
La sofferenza, le idee confuse e spesso sbagliate, la malattia e così via, la fanno da padrone.
Ma ora sappiamo che esiste per tutto una pedina da giocare.
Per questo tipo di gioco, la pedina si chiama amore.
Questa sostanza armoniosa e rasserenante, è l'unica in grado di ristabilire l'ordine.
Ti voglio a questo proposito fare dono di un mio personale escamotage di pronto soccorso, semmai dovesse servirti.
Senti un po qua.
Sono tutto orecchie..
Dovesse succedere che vecchi ricordi, piccoli o grandi dolori riaffiorassero, basterebbe prenderne coscienza un momento respirando lentamente per qualche istante, poi si dovrebbe racchiuderli mentalmente in un prezioso lembo intessuto del tuo sentimento più sincero, e infine appoggiarlo con l'immaginazione nel flusso del fiume sacro della vita.
Prima di lasciarlo andare, è importante che tu sia consapevole che tutto scorre, che nulla è fatto per essere trattenuto, che la natura dell'esistenza è flusso creativo in continuo movimento armonico e in comunicazione con ogni altra cosa esistente. Con questa chiarezza nella mente, lascia che l'energia d'amore della vita che scorre nel fiume, porti via per primi la rabbia e l'odio accumulati, immaginando queste emozioni come fossero entità a sé stanti. Dopo aver atteso che il fiume torni leggero e splendente lucente, benedici con amore il ricordo e concediti un momento per riconoscere il servigio che ha apportato nella tua vita. Lascia ora che il fuoco d'amore universale lo trasformi facendolo scomparire nel fiume sacro. La memoria tornerà nella polvere del tempo, nelle particelle di materia originaria dei pianeti, nei frammenti di stelle dell'universo.
Il flusso di una nuova energia vitale armoniosa e leggera, dopo tutto questo, ti avvolgerà.














Nulla viene distrutto, panta rei disse un giorno un amico antico.
Bello, bellissimo, sicuramente, dovessi star male per qualsiasi motivo, ci proverò.

Il cielo cambiava colore, diventava più scuro, di un meraviglioso colore rosso e azzurro, intenso e meraviglioso. Orso e orsa camminavano lentamente e serenamente cercando con il fiuto e con lo sguardo un posto per trascorrere la notte.