LO
SPIRITO DEL VELIERO
IL
PENSIERO IMMAGINATIVO/CREATIVO SI FORMA NELL'OSSERVAZIONE DEL VIVENTE
Il
pensiero creativo, immaginativo riguarda la capacità di esprimere
le proprie idee, riflessioni e creatività, avvalendosi
dell'osservazione delle cose viventi viste come creazioni permeate di
coscienza, di vita spirituale, di anima, di energia. Quando appare
alla mente un simbolo o un immagine del vissuto quotidiano che ispira
alla scrittura, ad esempio, affinché lo scrivere sia un atto che
possa rivelare la componente creativa più profonda, universale, è
necessario che si cerchi nell'osservazione delle apparizioni, lo
spirito, l'anima di ciò che si osserva, comprendendo che tutto ciò
che esiste è animato da coscienza che è informazione che è
energia, che è dimon (nel senso greco di intermediario fra la
dimensione spirituale e quella materiale). In questo approccio alla
creatività si apre la mente alla comunione con il mondo universale,
allo spirito che manifesta la materia contemplandolo nelle cose della
quotidianità.
La
creatività così vissuta porta a non staccarsi dalla vita rischiando
di perdersi in un mondo di illusioni, bensì al contrario, porta alla
scoperta dell'infinito creativo nel finito della materia, scoprendo
come ogni Idea Superiore prenda forma nell'idea umana.
La
vita in tutto ciò si arricchisce di infinite possibilità di visioni
creative e unitamente si apre nella mente, la strada per la
conoscenza dei mondi dello spirito nella massima sicurezza, aderendo
al presente, delle cose vissute attraverso i sensi.
Poco
a poco, se si cerca lo spirito, la coscienza in ogni cosa, ci si apre
alla connessione con la vita integrale che è la vera natura
dell'uomo e di tutta la creazione, si oltrepassa gradualmente la
dimensione solamente sensoriale, accedendo all'intuizione,
all'immaginazione. Ecco che l'immaginare visto da questo punto di
vista non è un fantasticare casuale, al contrario si rivela essere
un processo evolutivo perché evolve il pensiero dal ragionare o dal
fantasticare fine a sé stesso, ad un pensare creativo intuitivo,
aprendo la porta della connessione della mente con la sua dimensione
multidimensionale di coscienza, di spiritualità.
Attraverso
la contemplazione dello spirito, dell'anima che da vita alle cose
materiali, si oltrepassa il materialismo che vede ogni cosa
segmentata e fine a sé stessa, separata da ogni altra, a favore di
una visione che consapevolizza l'unità, l'interconnessione di fondo
preesistente e compenetrante la creazione tutta, e l'infinità delle
possibilità creative nascenti dalla fusione fra mente individuale
sensoriale e la mente universale extrasensoriale, intuitiva.
Lo
spirito del veliero – la “visione” -
Nella
memoria il primo oggetto che naviga mi si presenta come una piccola
imbarcazione nel mare in tempesta. Una piccola barchetta con un faro
a prua che illumina la via.
Non
si sa dove esso conduca, però sento e so che li sono al sicuro,
nonostante l'onda.
Lo
spirito era allora ancora inquieto, se ne stava in fondo alla
barchetta, respirava profondamente, con lunghe apnee e con occhi
sgranati pregava.
Era
l'inizio del percorso del ritorno a casa, del portare casa quà.
Era
il 2001, la mia vita in piena e profonda trasformazione, la
meditazione cominciava giust'appunto, e in quello spirito sconvolto
dalle onde, la Luce della meditazione mi guidava ed io ne avevo piena
fiducia. Quel suo spirito allora si chiamava fede.
Passano
18 anni, oggi è il 2019.
Riflessioni
meditative, spunti, intuizioni di questi giorni, fra le quali vedo la
vita come un viaggio in una barca e vedo che è un viaggio creativo
della coscienza, un viaggio quindi non materiale, ma soltanto
spirituale.
Sempre
in quest'ultimo periodo mi trovo a riguardare in più di un
occasione, il disegno fatto per mio figlio nel 2003 quando lui aveva
solo tre anni ed abitavamo all'epoca, per un certo tempo, con mia
madre.
Nel
disegno rappresento una foresta con la luna madre che la rischiara,
un ponticello conduce alla riva opposta dove una terra, una nuova
terra, attende i naviganti che usciti dal grembo della madre sono
pronti per partire.
La
barchetta di Emanuel con i remi in barca è attraccata a questa nuova
terra, è uscita dal grembo materno, però è ancora in stallo,
attendendo l'evoluzione, la crescita per intraprendere il proprio
viaggio.
Lo
spirito della sua barca è uno spirito ancorato, che gioca trattenuto
ancora, vicino a sua madre, la grande foresta emozionale di luna
rischiarata.
Riguardando
il disegno in questi giorni e penso: “fra un po' dovrò fare il
secondo disegno, con Emanuel che inizia il suo viaggio”.
Così
mi accorgo d'improvviso di pensare spesso al simbolo della barca
laddove solitamente non ci penso proprio.
Nell'arco
del mese scorso, gennaio, vedo un programma sull'arte di Turner dove
velieri immersi in luci incredibili, fra onde pazzesche mi riempiono
l'anima e mi fanno sognare.
Spirito
dell'inquietudine e della luce quello di William Turner.
Nel
mio laboratorio, sempre in quet'ultimo periodo, realizzo la scultura
in ceramica di una madre permeata di amore divino, posta in un grande
sole che la contiene, amore che si manifesta poi come bambino fra le
sue braccia. Essa è in piedi sopra ad una luna/barca, perché come
tale la percepivo realizzandola. Spirito, quello della scultura,
dell'amore Divino che trasforma ed eleva ogni emozione unificando
l'umano in sé stesso e con il creato.
Nel
frattempo, preparo anche uno stampo in gesso sul quale intrappolo una
barchetta di carta di quelle che faccio fin da bambina. Fin da
piccola infatti, e ancora oggi , quando trovo un pezzetto di carta
che mi stimoli, lo trasformo in barchetta, ingegneria del nonno alla
sua nipotina!
Preparo
questo gesso incidendo con l'attrezzo le onde sul gesso, tutt'attorno
alla barca. Lo spirito di quel lavoro ancora incompiuto ad oggi, o
forse no è quello dell'attesa, sono consapevole di aver realizzato
lo spirito dell'attesa creativa.
Oggi,
un giorno di febbraio, sono a Padova nel pomeriggio con il mio
compagno Roberto, visitiamo una mostra a palazzo della Ragione, in
centro.
Il
soffitto, ricostruito dopo un incendio, è esattamente una nave
rovesciata, ancorata all'apice delle pareti dell'edificio.
Uau
che flash, davvero una grande mirabile opera, questa nave è uno
spirito pieno di ariosità, di libertà e di grandezza.
Che
dire se non che mi ritrovo nello spirito del viaggio universale
dell'esistenza, visto come riflesso della coscienza, attraverso un
simbolo, emblema del viaggio per eccellenza, nelle sue molteplici
sfumature esistenziali.
A
cominciare dalla possibilità di osservare tale spirito nell'immagine
della meditazione, dapprima visto come piccolo e instabile ma pieno
di fede, per passare poi a quello di una madre che genera sé stessa
nello spirito di un figlio, accudendolo e trattenendolo fino allo
svezzamento, all'autonomia, attesa dello svezzamento delle proprie
emozioni, pronte oggi a liberarsi completamente.
E
dallo spirito del viaggio emozionale proiettato nel figlio, vedere sé
stessa, la coscienza, riflessa nell'arte, nell'inquieto ma
profondamente connesso alla luce, il meraviglioso spirito dell'arte,
arte che da sempre è mia compagna.
E
vedere poi rispecchiata l'arte nell'attesa di nuove rivelazioni
artistiche.
Vedere
infine l'attesa superata, ancora attraverso l'arte nel simbolo
dell'amore infinito, nel modello della donna di sole vestita.
Per
concludere il viaggio del veliero nell'espressione dello spazio
enorme di una nave rovesciata piena di libertà e di bellezza, quale
significato della completa trasformazione, del rovesciamento dei
canoni, della prospettiva di vita, il viaggiatore che dalla
terra/mare si è proiettato nel cielo, vedendosi origine,
auto riconoscimento del proprio stato di coscienza generante e poggiante
nel mondo.
Lo
spirito si riconosce come tale, autore e attore nel mondo.