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mercoledì 17 ottobre 2018

PASSEGGIATA NEL FLUSSO


PASSEGGIATA NEL FLUSSO

Creare senza trattenere, la musica

Guardo il mio strumento, lo accarezzo, è bello, suona con me e mi rende felice, noto però in lui qualcosa che me lo fa percepire distaccato, non aderente a me. Non riesco a sentirlo completamente parte di me, come oggetto, perché percepisco la sua individuale presenza, autonoma, non mia.
Lui mantiene una sua distanza personale.
La sua natura materiale manifesta distacco fra i nostri 2 corpi: fra la mia materialità, le mie mani e il corpo intero e la sua materialità, i tasti metallici e tutto il resto che lo compone.
Eppure contemporaneamente percepisco fra noi il passaggio di corrente che si crea quando si attua la mia volontà di suonare, lo guardo e decido di entrare in contatto con lui, ed ecco che lui è li, pronto disponibile a permettere che il suono accada.
Il mio desiderio accende la volontà e permette che il flusso si attivi. Poi in un secondo momento sopraggiunge la creatività.
In questo accordo, dove mi lascio portare, accordo che fonde insieme la ricerca tecnica e la passione creativa, si aprono nuovi stimoli, è una porta che si apre nell'infinito.
Lui, il vibrafono, si rende veicolo e mezzo del flusso, potenziale infinito del suono.
Anche se i nostri corpi materiali non si toccano, i nostri livelli sottili, energetici si aprono al passaggio dell'universo sonoro, dell'ispirazione, della conoscenza della musica.
E' come entrare in una immensa stanza dove man mano che la osservi scoprendola, ne accendi i lumi, entrando in contatto con qualche sfumatura del suono, del sapere sul suono, delle memorie lasciate, trasmesse, sul suono, sulla musica.

Un altro flusso, nel flusso

Camminano sereni nell'immensa prateria, orso e orsa.
E' una giornata ventilata, fresca di primavera o forse di fine estate, chissà.
Plasmare la vita, dice lui, è si plasmare la vita aaahh.
Cosi l'universo non smette mai di auto generarsi.
Guarda amore quante nuvole, quanta erba, quanti fiori, se la vita non plasmasse costantemente sé stessa in un infinito gioco creativo che ne sarebbe di noi.
Tesoro, risponde lei, noi sicuramente non esisteremmo, o comunque non esisteremmo più sicuramente.!
Io plasmo ogni giorno il mio divenire ad esempio procacciandomi il cibo, nel far questo il tessuto della terra in qualche modo si modifica, il mio corpo si modifica, l'aria che respiro si modifica e questo vale anche per te cara, in ogni tua azione trasformi e crei qualcosa.
E così è per ogni cosa, la vita crea e rimodella sé stessa all'infinito.
Ah che bella frase ho creato oggi, dice l'orso.
Si tesoro, certo, pensa lei sorridendo con dolcezza fra sé e sé.
Ma, senti un po', a proposito di: “la vita plasma sé stessa”, e a me che osservo la vita qualcuno mi modella? Certo risponde orsa, tutto è plasmato da qualcos'altro. Nel gioco naturale della vita, ogni osservatore, giocatore, che è anche l'autore del gioco stesso, ogni pedina chiamiamola, dato che parliamo di gioco, influenza il moto dell'altra senza per questo arrestarne il flusso, senza trattenerla bloccandola, e il gioco si trasforma costantemente.
Riassumendo, continua orsa, in questa partita senza fine, ogni uno è contemporaneamente autore del gioco, osservatore e attore.
E non solo, aggiunge, ogni uno è anche coautore, in tutto ciò che lo circonda nel gioco della vita. Che egli lo sappia, o che tutto accada a sua insaputa, inconsciamente, secondo leggi sconosciute ai più, poco cambia, tutti gli esseri compartecipano e si influenzano vicendevolmente al fine di mantenere in atto la naturale creatività infinita dell'esistenza.
Tutto si trasforma incessantemente e ad ogni azione cambiano le possibilità del gioco.
Regola base per il mantenimento della salute e dello stato di naturale creatività del flusso del gioco: nessuno deve bloccare qualcun'altro pena gravi deviazioni, anche rocambolesche e a volte tragiche, nella partita.
Così, seguendo queste semplici regole, la vita plasma sé stessa senza possedersi, auto generandosi con naturalezza, incessantemente nel flusso della mente creativa.
L'ultima regola di cui ti ho parlato, quella del non bloccare, pena, gravi disordini, è di fondamentale importanza mio amato orso. Basterebbe infatti attenersi a questo principio, che si chiama: vivi creativamente e lascia vivere, perché l'universo si evolvesse e generasse mondi di tale bellezza, impensabili attualmente a noi giocatori di quaggiù!
Orso prende la parola dicendo:” ah come ad esempio, tanto per capirci meglio, se io fossi geloso e ti trattenessi a forza, ti avrei già persa nel cuore. Oppure, se avessimo voluto trattenere i nostri figli per amore ( o egoismo), li avremmo costretti a fuggire di nascosto, nella notte buia inducendoli a rischiare il peggio nelle nostre fredde e pericolose lande; oppure se fossero stati più deboli o insicuri sarebbero rimasti a casa ma sarebbero cresciuti fragili e incapaci di ricreare a loro volta un nuovo nucleo, una nuova vita. No no, non sia mai detto, meglio vivere e lasciar vivere, anzi vivere e far vivere, che significa annaffiare con consapevolezza, amore e libertà ogni pianta di questo grande giardino planetario”.
Siamo perfettamente in sintonia, dice lei al suo compagno e continua:
Se ti permetti di fluire, se accetti che tutto scorra, che le cose cambino, se accetti di non voler per forza possedere tutto quello che tocchi, se ti affidi all'abbondanza infinita della natura con gentile rispetto e riconoscenza, non hai bisogno di trattenere o di bloccare nulla, tutto procede nella sua dimensione naturale, la CREATIVITÀ INFINITA!
Devo confessarti che esiste però un segreto sconosciuto ai più, te lo voglio rivelare, sempre che ti interessi.
Ma certo, oggi possiamo passeggiare senza intoppi, possiamo fluire fra l'erba, l'aria, la luce e i nostri pensieri creativi.
Quindi prego cara, parla.
Bene, l'orsa abbassa un po' la grande testa bruna e avvicina la zampa alla bocca, come per non farsi sentire e dice: il segreto consta nel fatto che l'essere, in un tempo ormai dimenticato, fuorviato da circostanze che causarono desideri inattesi, prese parte ad azioni che modificarono il gioco originario di questo pianeta, modificando con ciò le regole auree della creazione, stabilite nelle antiche ere dall'insieme degli esseri amorevoli e saggi e rispettate da tutti nel grande universo in continua evoluzione.
Accadde così che il gioco, fuoriuscito dal suo tessuto naturale, generasse delle aberrazioni.
Così di epoca in epoca, esperienza dopo esperienza, si concatenarono nel normale flusso del divenire creativo, informazioni e nuove esperienze vissute sempre meno in simbiosi con il tutto, sempre più slegate dal flusso della grazia. Per essere corretti, le esperienze di vita furono percepite dagli esseri viventi come separate, slegate, isolate dal tutto, poiché in verità il tutto è e sempre rimarrà un tutt'uno, la differenza poggia solo nell'angolo prospettico!
Ed ecco qui l'essenza di questo segreto: alcuni mondi materiali come il nostro, divennero contraddittori, appesantiti dall'idea di diversità di separazione, di isolamento. Questo stato creò la necessità di superarlo, di trovare pace, armonia, inducendo gradualmente e quasi inconsciamente alla riunione con l'unità originaria.
Per superare il gioco disarmonico e raggiungere nuovamente il flusso armonico e quindi il benessere, in questi mondi fu progettato di servirsi proprio “dell'anomalia” per risvegliarsi e ritornare al flusso originario, alla grazia. Non fu affatto un gioco da ragazzi, ma in questa partita il dolore diventa il fardello che se riconosciuto, può diventare il trampolino di lancio per la guarigione in quanto ti spinge a cercare il ben-essere. Insomma queste aberrazioni sono in realtà le pietre miliari da rivelare e poi ripulire, da trasformare per tornare al gioco originario dove, bisogna ammetterlo, si sta parecchio bene, non credi tesoro?

O sì, oggi sembra un giorno di quelli, sembra proprio di essere nel flusso originario, senti che aria orsa, guarda che colori tingono i nostri mantelli ed ogni altra cosa e poi, il tuo calore, i tuoi occhi, ah che bellezza!!
Concludendo con questa stravagante ma fondamentale diserzione, ti posso confermare che tutt'ora lo stato di pesantezza e la sensazione di separazione vigono nel nostro pianeta.
La sofferenza, le idee confuse e spesso sbagliate, la malattia e così via, la fanno da padrone.
Ma ora sappiamo che esiste per tutto una pedina da giocare.
Per questo tipo di gioco, la pedina si chiama amore.
Questa sostanza armoniosa e rasserenante, è l'unica in grado di ristabilire l'ordine.
Ti voglio a questo proposito fare dono di un mio personale escamotage di pronto soccorso, semmai dovesse servirti.
Senti un po qua.
Sono tutto orecchie..
Dovesse succedere che vecchi ricordi, piccoli o grandi dolori riaffiorassero, basterebbe prenderne coscienza un momento respirando lentamente per qualche istante, poi si dovrebbe racchiuderli mentalmente in un prezioso lembo intessuto del tuo sentimento più sincero, e infine appoggiarlo con l'immaginazione nel flusso del fiume sacro della vita.
Prima di lasciarlo andare, è importante che tu sia consapevole che tutto scorre, che nulla è fatto per essere trattenuto, che la natura dell'esistenza è flusso creativo in continuo movimento armonico e in comunicazione con ogni altra cosa esistente. Con questa chiarezza nella mente, lascia che l'energia d'amore della vita che scorre nel fiume, porti via per primi la rabbia e l'odio accumulati, immaginando queste emozioni come fossero entità a sé stanti. Dopo aver atteso che il fiume torni leggero e splendente lucente, benedici con amore il ricordo e concediti un momento per riconoscere il servigio che ha apportato nella tua vita. Lascia ora che il fuoco d'amore universale lo trasformi facendolo scomparire nel fiume sacro. La memoria tornerà nella polvere del tempo, nelle particelle di materia originaria dei pianeti, nei frammenti di stelle dell'universo.
Il flusso di una nuova energia vitale armoniosa e leggera, dopo tutto questo, ti avvolgerà.














Nulla viene distrutto, panta rei disse un giorno un amico antico.
Bello, bellissimo, sicuramente, dovessi star male per qualsiasi motivo, ci proverò.

Il cielo cambiava colore, diventava più scuro, di un meraviglioso colore rosso e azzurro, intenso e meraviglioso. Orso e orsa camminavano lentamente e serenamente cercando con il fiuto e con lo sguardo un posto per trascorrere la notte.





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