PASSEGGIATA
NEL FLUSSO
Creare
senza trattenere, la musica
Guardo
il mio strumento, lo accarezzo, è bello, suona con me e mi rende
felice, noto però in lui qualcosa che me lo fa percepire
distaccato, non aderente a me. Non riesco a sentirlo completamente
parte di me, come oggetto, perché percepisco la sua individuale
presenza, autonoma, non mia.
Lui
mantiene una sua distanza personale.
La sua natura materiale manifesta distacco fra i nostri 2 corpi: fra la mia materialità, le mie mani e il corpo intero e la sua materialità, i tasti metallici e tutto il resto che lo compone.
La sua natura materiale manifesta distacco fra i nostri 2 corpi: fra la mia materialità, le mie mani e il corpo intero e la sua materialità, i tasti metallici e tutto il resto che lo compone.
Eppure
contemporaneamente percepisco fra noi il passaggio di corrente che
si crea quando si attua la mia volontà di suonare, lo guardo e
decido di entrare in contatto con lui, ed ecco che lui è li, pronto
disponibile a permettere che il suono accada.
Il
mio desiderio accende la volontà e permette che il flusso si attivi.
Poi in un secondo momento sopraggiunge la creatività.
In
questo accordo, dove mi lascio portare, accordo che fonde insieme la
ricerca tecnica e la passione creativa, si aprono nuovi stimoli, è
una porta che si apre nell'infinito.
Lui,
il vibrafono, si rende veicolo e mezzo del flusso, potenziale
infinito del suono.
Anche
se i nostri corpi materiali non si toccano, i nostri livelli sottili,
energetici si aprono al passaggio dell'universo sonoro,
dell'ispirazione, della conoscenza della musica.
E'
come entrare in una immensa stanza dove man mano che la osservi
scoprendola, ne accendi i lumi, entrando in contatto con qualche
sfumatura del suono, del sapere sul suono, delle memorie lasciate,
trasmesse, sul suono, sulla musica.
Un
altro flusso, nel flusso
Camminano
sereni nell'immensa prateria, orso e orsa.
E'
una giornata ventilata, fresca di primavera o forse di fine estate,
chissà.
Plasmare
la vita, dice lui, è si plasmare la vita aaahh.
Cosi
l'universo non smette mai di auto generarsi.
Guarda
amore quante nuvole, quanta erba, quanti fiori, se la vita non
plasmasse costantemente sé stessa in un infinito gioco creativo che
ne sarebbe di noi.
Tesoro,
risponde lei, noi sicuramente non esisteremmo, o comunque non
esisteremmo più sicuramente.!
Io
plasmo ogni giorno il mio divenire ad esempio procacciandomi il cibo,
nel far questo il tessuto della terra in qualche modo si modifica, il
mio corpo si modifica, l'aria che respiro si modifica e questo vale
anche per te cara, in ogni tua azione trasformi e crei qualcosa.
E
così è per ogni cosa, la vita crea e rimodella sé stessa
all'infinito.
Ah
che bella frase ho creato oggi, dice l'orso.
Si
tesoro, certo, pensa lei sorridendo con dolcezza fra sé e sé.
Ma,
senti un po', a proposito di: “la vita plasma sé stessa”, e a me
che osservo la vita qualcuno mi modella? Certo risponde orsa, tutto è
plasmato da qualcos'altro. Nel gioco naturale della vita, ogni
osservatore, giocatore, che è anche l'autore del gioco stesso, ogni
pedina chiamiamola, dato che parliamo di gioco, influenza il moto
dell'altra senza per questo arrestarne il flusso, senza trattenerla
bloccandola, e il gioco si trasforma costantemente.
Riassumendo,
continua orsa, in questa partita senza fine, ogni uno è
contemporaneamente autore del gioco, osservatore e attore.
E
non solo, aggiunge, ogni uno è anche coautore, in tutto ciò che lo
circonda nel gioco della vita. Che egli lo sappia, o che tutto accada
a sua insaputa, inconsciamente, secondo leggi sconosciute ai più,
poco cambia, tutti gli esseri compartecipano e si influenzano
vicendevolmente al fine di mantenere in atto la naturale creatività
infinita dell'esistenza.
Tutto
si trasforma incessantemente e ad ogni azione cambiano le possibilità
del gioco.
Regola
base per il mantenimento della salute e dello stato di naturale
creatività del flusso del gioco: nessuno deve bloccare
qualcun'altro pena gravi deviazioni, anche rocambolesche e a volte
tragiche, nella partita.
Così,
seguendo queste semplici regole, la vita plasma sé stessa senza
possedersi, auto generandosi con naturalezza, incessantemente nel
flusso della mente creativa.
L'ultima
regola di cui ti ho parlato, quella del non bloccare, pena, gravi
disordini, è di fondamentale importanza mio amato orso. Basterebbe
infatti attenersi a questo principio, che si chiama: vivi
creativamente e lascia vivere, perché l'universo si evolvesse e
generasse mondi di tale bellezza, impensabili attualmente a noi
giocatori di quaggiù!
Orso
prende la parola dicendo:” ah come ad esempio, tanto per capirci
meglio, se io fossi geloso e ti trattenessi a forza, ti avrei già
persa nel cuore. Oppure, se avessimo voluto trattenere i nostri figli
per amore ( o egoismo), li avremmo costretti a fuggire di nascosto,
nella notte buia inducendoli a rischiare il peggio nelle nostre
fredde e pericolose lande; oppure se fossero stati più deboli o
insicuri sarebbero rimasti a casa ma sarebbero cresciuti fragili e
incapaci di ricreare a loro volta un nuovo nucleo, una nuova vita. No
no, non sia mai detto, meglio vivere e lasciar vivere, anzi vivere
e far vivere, che significa annaffiare con consapevolezza, amore
e libertà ogni pianta di questo grande giardino planetario”.
Siamo
perfettamente in sintonia, dice lei al suo compagno e continua:
“Se
ti permetti di fluire, se accetti che tutto scorra, che le cose
cambino, se accetti di non voler per forza possedere tutto quello che
tocchi, se ti affidi all'abbondanza infinita della natura con gentile
rispetto e riconoscenza, non hai bisogno di trattenere o di bloccare
nulla, tutto procede nella sua dimensione naturale, la CREATIVITÀ INFINITA!
Devo
confessarti che esiste però un segreto sconosciuto ai più, te lo
voglio rivelare, sempre che ti interessi.
Ma
certo, oggi possiamo passeggiare senza intoppi, possiamo fluire fra
l'erba, l'aria, la luce e i nostri pensieri creativi.
Quindi
prego cara, parla.
Bene,
l'orsa abbassa un po' la grande testa bruna e avvicina la zampa alla
bocca, come per non farsi sentire e dice: il segreto consta nel fatto
che l'essere, in un tempo ormai dimenticato, fuorviato da circostanze
che causarono desideri inattesi, prese parte ad azioni che
modificarono il gioco originario di questo pianeta, modificando con
ciò le regole auree della creazione, stabilite nelle antiche ere
dall'insieme degli esseri amorevoli e saggi e rispettate da tutti nel
grande universo in continua evoluzione.
Accadde
così che il gioco, fuoriuscito dal suo tessuto naturale, generasse
delle aberrazioni.
Così
di epoca in epoca, esperienza dopo esperienza, si concatenarono nel
normale flusso del divenire creativo, informazioni e nuove esperienze
vissute sempre meno in simbiosi con il tutto, sempre più slegate dal
flusso della grazia. Per essere corretti, le esperienze di vita
furono percepite dagli esseri viventi come separate, slegate, isolate
dal tutto, poiché in verità il tutto è e sempre rimarrà un
tutt'uno, la differenza poggia solo nell'angolo prospettico!
Ed
ecco qui l'essenza di questo segreto: alcuni mondi materiali come il
nostro, divennero contraddittori, appesantiti dall'idea di diversità
di separazione, di isolamento. Questo stato creò la necessità di
superarlo, di trovare pace, armonia, inducendo gradualmente e quasi
inconsciamente alla riunione con l'unità originaria.
Per
superare il gioco disarmonico e raggiungere nuovamente il flusso
armonico e quindi il benessere, in questi mondi fu progettato di
servirsi proprio “dell'anomalia” per risvegliarsi e ritornare al
flusso originario, alla grazia. Non fu affatto un gioco da ragazzi,
ma in questa partita il dolore diventa il fardello che se
riconosciuto, può diventare il trampolino di lancio per la
guarigione in quanto ti spinge a cercare il ben-essere. Insomma
queste aberrazioni sono in realtà le pietre miliari da rivelare e
poi ripulire, da trasformare per tornare al gioco originario dove,
bisogna ammetterlo, si sta parecchio bene, non credi tesoro?
![](https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgwkokYD3ZE_hC2iNMMFxpGZ2qxPbCAXK9HmoOWueY16Iy4lMBjOtge2kBEhjBGwGydK3I3J-VAHTi_2Qse1hY2NYCGvQALHBe3AdqhSTidXD0kQttISTseKJB2hjPM1ZrKBsRVWU_EtVs/s640/flusso.jpg)
Concludendo
con questa stravagante ma fondamentale diserzione, ti posso
confermare che tutt'ora lo stato di pesantezza e la sensazione di
separazione vigono nel nostro pianeta.
La
sofferenza, le idee confuse e spesso sbagliate, la malattia e così
via, la fanno da padrone.
Ma
ora sappiamo che esiste per tutto una pedina da giocare.
Per
questo tipo di gioco, la pedina si chiama amore.
Questa
sostanza armoniosa e rasserenante, è l'unica in grado di ristabilire
l'ordine.
Ti
voglio a questo proposito fare dono di un mio personale escamotage di
pronto soccorso, semmai dovesse servirti.
Senti
un po qua.
Sono
tutto orecchie..
Dovesse
succedere che vecchi ricordi, piccoli o grandi dolori
riaffiorassero, basterebbe prenderne coscienza un momento respirando
lentamente per qualche istante, poi si dovrebbe racchiuderli
mentalmente in un prezioso lembo intessuto del tuo sentimento più
sincero, e infine appoggiarlo con l'immaginazione nel flusso del
fiume sacro della vita.
Prima
di lasciarlo andare, è importante che tu sia consapevole che tutto
scorre, che nulla è fatto per essere trattenuto, che la natura
dell'esistenza è flusso creativo in continuo movimento armonico e in
comunicazione con ogni altra cosa esistente. Con questa chiarezza
nella mente, lascia che l'energia d'amore della vita che scorre nel
fiume, porti via per primi la rabbia e l'odio accumulati, immaginando
queste emozioni come fossero entità a sé stanti. Dopo aver atteso
che il fiume torni leggero e splendente lucente, benedici con amore
il ricordo e concediti un momento per riconoscere il servigio che ha
apportato nella tua vita. Lascia ora che il fuoco d'amore universale
lo trasformi facendolo scomparire nel fiume sacro. La memoria tornerà
nella polvere del tempo, nelle particelle di materia originaria dei
pianeti, nei frammenti di stelle dell'universo.
Nulla
viene distrutto, panta rei disse un giorno un amico antico.
Bello,
bellissimo, sicuramente, dovessi star male per qualsiasi motivo, ci
proverò.
Il
cielo cambiava colore, diventava più scuro, di un meraviglioso
colore rosso e azzurro, intenso e meraviglioso. Orso e orsa
camminavano lentamente e serenamente cercando con il fiuto e con lo
sguardo un posto per trascorrere la notte.
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