C’era
un tempo la Grande Madre
Che
nutriva i suoi figli
Ed
esorcizzava la paura
Reitia
I
figli cresciuti un giorno uccidono la madre
Per
cancellare il ricordo della paura
E
fu la guerra, fu il divorzio, la separazione
E
la natura divenne muta
Gli
animali corpi inerti, cibo per lo stomaco insaziabile
Reitia
un lontano ricordo
Ma
la paura c’è ancora
E
la madre divenuta sterile, odia i suoi figli
Rappresentazioni
vuote
Volti
inerti
Spiriti
nascosti minacciano l’esistenza
Torno
a cantare il tuo nome Reitia
Natura
madre mia
Non
per possederti
Non
per sopraffarti
Non
per ricordarti inutilmente
Canto
a te che sei
Che
sempre sei
Natura
viva
Bellezza
Semplicemente
vita
Non
ho più paura di nascere, morire e rinascere ancora
Reitia
tu sei
E
io con te per mano
Nel
gioco infinito, increato, dell’universo in me.
REITIA,
DIVINITA’ DEGLI ANTICHI VENETI
Nessun commento:
Posta un commento