Nello yoga si utilizzano varie
tecniche di respirazione, una delle quali è il respiro ritmico quadrato, cioè
in quattro fasi di ugual durata.
Nella prima fase Puraka, si inspira contando un certo numero di tempi, nella seconda
fase anthara kumbhaka, si trattiene
il respiro a polmoni pieni per lo stesso numero di tempi, nella terza fase rechaka, si espira sempre per lo stesso
numero di tempi, nella quarta fase, bahia
kumbhaka, si rimane in sospensione del respiro a polmoni vuoti, ancora per
lo stesso numero di tempi.
E’ risaputo che quando si respira si
assumono ossigeno, vari gas presenti nell’aria e il prana, l’energia vitale che
permea il creato e dà vita a tutto ciò che esiste.
Il prana oltre ad essere un elemento
carico di energia vitale è anche un elemento psichico in quanto si carica delle
memorie di ciò che viene sperimentato vivendo, veicolando così i contenuti
mentali ed emozionali di ogni esperienza vissuta e trasportandone
l’informazione nel corpo fisico.
L’atto del respirare per quanto
spontaneo è il mezzo attraverso il quale si entra in contatto con il mondo
esterno, cioè il mondo che la mente crea, interpreta, elabora, assimila,
trasforma. Senza respirare si arrestano i processi vitali del corpo e quindi
della mente, la quale smette di captare, di pensare, di creare l’esistenza che
chiaramente appare in sé stessa.
Questo dimostra quanto il controllo
del respiro possa divenire un mezzo per osservare e conoscere la mente, potendo
così dirigerla inoltre, verso la sua trasformazione e il suo raffinamento
evolutivo.
Da un punto di vista fisiologico
respirare in maniera profonda, lenta e consapevole permette una profonda
detossinazione del sangue, la sua rigenerazione, cosa che in un respiro corto e
superficiale non può attuarsi.
Da un punto di vista
mentale/emozionale aiuta a sviluppare la capacità di controllo sulle forme
pensiero perché rallentando il respiro si può osservare come e cosa si stia
pensando. Questo permette di metter mano ai processi della mente e di
trasformarli con le tecniche appropriate.
Da un punto di vista spirituale, il
controllo del respiro porta alla profonda trasformazione della mente.
Le fasi del respiro nella pratica psicofisica.
Inspirazione:
attiro la forza e la porto dentro di me, posso indirizzarla verso un punto
specifico del corpo durante un asana (posizione).
Trattenere a polmoni pieni: accumulo la forza nella parte prescelta, posso anche
inserire un mantra, un concetto, caricando così la forza di una qualità
specifica.
In questa fase posso assumere
posizioni di sforzo perché il cuscinetto d’aria che ho creato mi salvaguarda
dal caricare troppo peso in alcune parti, evitando così i rischi della
compressione nelle articolazioni ossee.
Espirazione:
l’energia accumulata ed anche eventualmente informata, viene distribuita
ovunque, è una fase di espansione dove ciò che si è caricato si rende ora
disponibile. Questo aspetto è molto importante perché mette in atto un processo
di riprogrammazione dei contenuti preesistenti somatizzati nel corpo fisico ed
energetico. Questo accade perché la
qualità del respiro resa cosciente ed informata, nel suo passaggio modifica ciò
che trova apportando il proprio contenuto. Durante questa fase, le energie “vecchie”
in eccesso, vengono rilasciate.
Trattenere a polmoni vuoti: questa fase della respirazione permette di assaporare un
momento di pausa fra un’azione e l’altra. Essa risulta per questo calmante,
rilassante, rigenerativa. Dopo di ché, si è pronti per ricominciare!
Le fasi del respiro come sviluppo dell’Autocoscienza
Brahman, l’Assoluto, quiescente, si
manifesta eternamente per mezzo della Luce.
La Luce crea il mondo, che la mente
realizza, tramite il dipanarsi delle tre Forze Primarie: il Sapere Infinito (Brahma
il creatore); l’Amore Infinito (Vishnu il mantenitore); il Potere Creativo
Infinito (Shiva il trasformatore).
Quando inspiro
metto in atto il meccanismo che desidero, lo attivo in me in quanto creatore
del mio stesso desiderio. In questa fase manifesto brahma il generatore, autore
e attore dell’idea che è sapere.
Quando trattengo l’aria nei polmoni manifesto Vishnu, l’amante eterno della
creazione, senza di Lui ogni singolo atomo, particella, contenuto e
informazione andrebbero perduti nel vuoto infinito e nulla verrebbe creato.
Sono l’amore, il collante, il magnete, il mantenitore del desiderio della
creazione di esistere.
Quando espiro manifesto
Shiva, il trasformatore. Rendo disponibile l’amore che ho risvegliato, il
sapere del quale ho preso coscienza e ne faccio dono ad ogni parte del mio
essere che in tal modo ricorda da dove trae origine, in me si risveglia il
ricordo cosciente della mia natura umano/divina. Attraverso Me inoltre i vecchi
contenuti ormai obsoleti, forse anche erronei su me stesso, si dissolvono. Così
espirando ripristino la mia natura originaria che è Amore e amore di me.
Quando rimango a polmoni vuoti manifesto Brahman, la mia Fonte, il punto in cui Io Sono
Origine e dissoluzione dell’io. Dimenticando me stesso nella pausa del respiro,
il mondo tace e io bevo alla Fonte rigeneratrice alla quale ad ogni istante
faccio ritorno prima di ricrearmi, nell’eterno gioco del respiro della vita.